Metti un 31 dicembre fra amici. Cosa c'è di meglio di una bella chiacchierata fra amici? Ci troviamo al Ritz hotel di Abano Terme (Padova), in compagnia di Gino Loperfido un pittore nonchè scultore, Natalija Saver la nostra cara amica che stasera si è esibita al pianoforte, Daniela Celeghin Responsabile Italia Artisti di Taglia, un progetto internazionale, nato grazie ad un gruppo di Persone (Artisti, Artigiani, Imprenditori, Brand, Associazioni), che hanno deciso di investire parte del loro tempo prezioso nell’individuare e successivamente, nello sperimentare i vantaggi sorprendenti che possono scaturire dalla condivisione di idee, capacità bisogni, esperienze.
DANIELA – Sono davvero contento di essere qui stasera assieme a queste bellissime persone.
GINO LOPERFIDO – Un mese fa non esisteva niente di tutto ciò che sta accadendo stasera. Un giorno mi è arrivata una mail, un invito a conoscere Artisti di taglia e il loro operato. Io sono una persona molto curiosa e sono andato subito ad informarmi sul loro sito internet, di seguito siamo andati oltre con dei contatti telefonici dopo di che Daniela mi dice - Gino tu ti devi sentire in famiglia! Ora dico la verità non è che succede tutti i giorni che una persona ti conosce e ti accoglie come se fosse in famiglia. Questo fatto per uno come me che apprezza e prende molto in considerazione le parole ed i gesti, mi ha davvero colpito. Tant’è vero che neanche una settimana dopo, ho preso la macchina e sfidando una nebbia fittissima che impediva la visuale oltre cinquanta metri mi sono recato a Padova. E lì ho finalmente conosciuto di persona Daniela e la nostra famiglia del progetto Artisti di taglia.
URLOPOP – Hai detto una cosa che mi ha davvero colpito parlando del progetto, hai usato la parola il nostro progetto, anche se hai detto che vi conoscete solo da un mese. Un mese di tempo per sposare l’idea del progetto di Artisti di taglia, un mese è il progetto è già diventato tuo!
GINO LOPERFIDO – Si, ho sposato subito la causa, l’innovazione è il mio forte. Anche contro il volere di mio figlio che mi ha detto - ma papà dove vai?- Io vado perché mi sento di andare, non ho una spiegazione... Mattone su mattone abbiamo costruito il progetto che ha portato a realizzare ieri una performance presso l’OPSA (Opera della Provvidenza S. Antonio) una fondazione per disabili e stasera per il Ritz hotel di Abamo Terme. Non voglio soffermarmi sul disagi che inizialmente abbiamo trovato ma ce l’abbiamo fatta con tanta soddisfazione e il risultato di quello che abbiamo fatto è l’apprezzamento della gente e della proprietà del Ritz. Tra l’altro io non ho mai lavorato a stretto contatto con i bambini, erano molto incuriositi dal mio modo di lavorare e dagli strumenti che utilizzavo che sono molto originali e poi mi hanno aiutato quando dovevo girare la tela.
DANIELA – Intanto che parlava Gino mi sono emozionato, in questi dieci minuti d’intervista lui ha fatto un pò da specchio a tutto quello che noi come team di Artisti di taglia stiamo costruendo. Sentire queste persone che stanno entrando nella nostra famiglia per noi è un qualcosa di molto importante perché ci fa capire che la strada che stiamo percorrendo è la strada giusta e sta dando dei risultati che noi speravamo.
URLOPOP - Raccontaci come e' nato questo vostro progetto?
DANIELA - Artisti di taglia è un progetto nato circa un anno fa. L’obbiettivo iniziale era semplicemente aiutare un maestro calzolaio ad avviare il proprio laboratorio. Per aiutare questa persona abbiamo deciso di creare una tavola rotonda tra imprenditori del territorio e da questa tavola rotonda è nata un esperienza che ha visto tanti giovani imprenditori esprimere il proprio parere e proprio bisogno di aggregazione. Per me è stata davvero una sorpresa, perché io avevo invitato queste persone per essere aiutato ed alla fine questi persone mi hanno detto – Mario sei tu che ci stai dando un opportunità per stare insieme, perché in questi momenti di crisi noi imprenditori ci sentiamo soli.
Questa esperienza nata quasi per gioco é andata avanti tanto che sono stato invitato ad un convegno in Toscana dove ho riscontrato un successo importante. Un azienda ha deciso di darmi supporto, ma soprattutto la cosa che mi lascia con il cuore aperto è il fatto di far entrare nel nostro gruppo persone di grande sensibilità come Natalija Saver, Diego Fogo e Gino Loperfido.
URLOPOP – C’era davvero bisogno di una struttura come la tua in Italia?
DANIELA – Mancava un concetto di business e di economia nuovo. Finora si è sempre parlato dell’imprenditore come di uno che coltiva da solo il suo piccolo orticello. Recentemente c’è questa necessità da parte degli imprenditori, ma anche da parte della società di condividere, di far famiglia, di andare avanti assieme, il bisogno di aggregazione, il tutto accentuato dalla grave crisi nella quale versa il paese.
I nostri nonni avevano stampato nel loro DNA uno slogan: “In tutti si fa tutto”. Artisti di Taglia ha raccolto questo slogan come auspicio per una ripresa economica, coronata da un’etica di solidarietà che favorisca lo sviluppo di una nuova cultura basata sullo scambio di idee, contatti, capacità, informazioni e opportunità reali di crescita reciproca.
Artisti di Taglia vuole favorire una nuova economia che non dimentichi le proprie origini, anzi le valorizzi e si proietti nel futuro con un rinnovato slancio, decisa ad essere nuovamente responsabile dello sviluppo della propria e altrui realtà.
URLOPOP - Che cos’ è per Artisti di Taglia l’arte e come pensate di conciliare arte impresa e società?
DANIELA - L’Arte, per Artisti di Taglia è quella spinta interiore che parte dal cuore di ogni essere vivente e che, se è liberata e condivisa, genera nell’universo novità, creatività, bellezza, entusiasmo, sviluppo economico e sociale, ma, soprattutto Ben-Essere…
Artisti di Taglia ha scelto proprio l’Arte, in tutte le sue accezioni e in tutti i suoi aspetti, come canale comunicativo in grado di circolare per il mondo, di superare qualsiasi barriera e di raggiungere tutti coloro che sono alla ricerca dell’originalità, della bellezza, dell’eccellenza.
URLOPOP – Secondo te l’arte può essere alla portata di tutti?
GINO - Bisogna riscoprire un concetto che oramai non è più nel vocabolario di tutti i giorni, bisognerebbe rimetterlo in piedi. Il mecenatismo é un sodalizio tra l’arte e il finanziatore, sono sicuro che porterà dei grandi risultati come già successo nel passato. Si tratta semplicemente di riprendere e dare olio a questi ingranaggi che per il momento sono fermi. È per questo che ho accetato di entrare nel progetto di Artisti di taglia, ho visto che ci sono tutti i presupposti per ritornare al passato attraverso la condivisione. L’idea che sposa il finanziamento - l’idea supportata dal denaro. Il denaro l’artista sicuramente non avrà mai se non dopo la morte, per cui se qualcuno investe in un artista ancora in vita non fa niente di male. (sospira)
URLOPOP – Sei molto giovane Mario, cosa ti ha spinto ad intraprendere questo progetto? Come mai hai deciso di dedicarti alle cose che fanno più bene al anima che alle tasche?
DANIELA - Il bisogno di libertà e di globalizzazione più sana fatta di rapporti e relazioni umani. La voglia di poter entrare in contatto con delle persone che hanno voglia di “fare” e mette a disposizione “il suo saper fare” nell’ottica di operare in sinergia con gli altri. Tante volte si crede che oramai in giro le persone non hanno un cuore o delle emozioni, invece più proseguo in questo percorso più incontro persone meravigliose che hanno bisogno di una famiglia. Una famiglia intesa come comunità, concetto globale di famiglia! Alla fine tutti essere umani hanno qualcosa da condividere, il bisogno di emozionarsi e di relazionarsi e qua che viene ad aiutare l’arte.
URLOPOP – Una domanda per Gino, sono passati tanti anni, ti ricordi come hai iniziato dipingere?
GINO - Un giorno ho trovato in soffitto il vecchio quaderno nero di quanto facevo la prima elementare e sfogliandolo non ho potuto fare a meno di vedere che un dettato lo avevo chiuso con un disegno, avevo sei anni. Ma non era un disegno che poteva essere una casetta, era l’uomo nel acqua che nuotava. Vi immaginate un disegno futuristico fatto da un bambino di 6 anni?
URLOPOP – Da quanti anni sei pittore e scultore?
GINO - Nel 1965 ho lasciato il paese nel quale sono nato, Latina, dicendo a i miei genitori: “Vado a Roma a seguire l’università e contemporaneamente a lavorare”, perché non volevo essere un peso per i miei genitori. Sono arrivato a Roma con 50 mila lire in tasca e ho preso una stanza in affitto che costava 18 mila lire al mese, presso una vecchietta che affittava le camere in via del Babuino, a due passi dalla via Margutta. Andavo a mangiare in una trattoria in via dell’Oca dove ho conosciuto un fotografo che un giorno mi dice: Senti, porta il tuo quadro in via Margutta, c’è un mercante d’arte che compra quadri; se gli piacciono te ne compra anche uno al giorno, ti da 3000 lire per ogni tela“. Non sono molto forte in matematica però sono riuscito a fare una moltiplicazione e ho pensato: 3000 per 30 giorni sono 90 mila lire. Mi son detto ho svoltato!
E allora sono tornato nella mia camera di via del Babuino 54 ed ho incominciato a lavorare ad una tela che però era un po’ più grande di quella pattuita, una tela 30 x 40, mentre io avevo a disposizione soltanto una tela 50 x 70, comunque ho dipinto uno scorcio di un vicolo di Roma dalle parti di San Pietro se non ricordo male. Fatto il disegno ho portato questo quadro al mercante e mentre andavo pensavo: “3000 lire per questo quadro sono pochine potrei chiedergli un poco di più!” Infatti ho chiesto 5000 lire. Il mercante ha messo la mano in tasca e senza battere ciglio ha tirato fuori un foglio verde, le 5000 lire di una volta con sopra raffigurato Cristoforo Colombo. Incassati soldi l’ho salutato e mentre stavo già sull’uscio per andarmene via da quel negozio che stava appunto in via Margutta, il mercante mi chiama e mi fa: “A proposito ci vediamo domani?” Soltanto allora ho realizzato meglio l’accaduto - quel signore nella sua attività di mercante d’arte andava a vendere agli stranieri le tele degli artisti da lui assoldati ed anche naturalmente a prezzi più alti... ed allora mi son detto: “questo mercante domani vuole da me un altro quadro e dopo domani ancora un altro e cosi via...”
Beh vuole sapere come è andata a finire? Che mi sta ancora aspettando, poiché non ci sono più andato... non volevo entrare in un meccanismo di replica, tipo catena di montaggio, io non posso fare un quadro al giorno, io lavoro esclusivamente quando ne ho voglia e basta! Riflettendo meglio potevo farlo almeno per un mese, ma non mi piaceva nemmeno così. Inoltre, quelle 5 mila lire guadagnate, mi hanno fatto andare avanti almeno per altre 2-3 settimane, poi sono accadute nuove cose, nuovi incontri... la vita è proprio questa!
Ho voluto raccontare questo fatto per spiegare qual è il mio carattere, impulsivo, senza compromessi, e quindi lavorare ad una tela soltanto quando entra dentro di noi un’emozione forte che ci spinge a prendere in mano i pennelli ...
URLOPOP – L’arte vera è questa! Lavorare solo quando si è veramente inspirati.
GINO – L’arte scaturisce da un sentimento vissuto. Noi viviamo in un epoca di tecnologia, la rete ci dà molte possibilità, specialmente se un artista ha delle cose da raccontare, in un attimo la tua arte messa in rete è vista da milioni di persone. Però a questo punto occorre riflettere e domandarsi: cos’è oggi Internet? Infatti, essendo aperto a tutti sta diventando altro... la prima fase di sviluppo infatti è passata, ora dobbiamo tirare i remi in barca e puntare verso la qualità.
URLOPOP – Per fortuna esistono le situazioni come quella di stasera, nella quale abbiamo assistito alla musica dal vivo e abbiamo potuto vedere di persona dipingere.
GINO – Certo! È la condivisone delle emozioni che rende queste serate speciali. Io questa cosa la sto facendo già da parecchio tempo.
URLOPOP – Descrivici il tuo modo di dipingere.
GINO – Devi sapere che non parto mai con una tela bianca, la faccio iniziare da altre persone, delego la responsabilità della tela bianca che spesso incute timore al pittore, come lo è la pagina bianca per lo scrittore. E’ un momento di grande concentrazione e responsabilità. Io l’ho eliminato, o meglio ho allontanato da me questa responsabilità, coinvolgendo gli altri... ma non è un fatto egoistico, è un fatto di condivisione. Come appunto l’esperienza di ieri dove alcune persone disabili hanno scritto una frase, oppure un disegno od altro ancora su una tela bianca e di conseguenza sono diventati loro stessi protagonisti per una sera, quella stessa tela poi io sono andato a completarla aggiungendoci tutte le emozioni provate in quell’incontro persone a dir poco speciali. Alla fine posso dire che non c’è cifra che paghi l’emozione provata ieri sera, davvero una meraviglia!